Miti a parte, quello che importa è che esattamente 100 anni fa iniziò la storia della radio italiana, un mezzo di comunicazione che, nonostante il progresso tecnologico, non sembra mostrare i segni dell’età e rimane per gran altre della popolazione il mezzo d’informazione e intrattenimento preferito nel corso della giornata, oltre che uno strumento fondamentale per chi viaggia e per fornire informazioni immediate e fruibili a tutti nelle emergenze.
TWR (Trans World Radio) celebra un importante traguardo: il 50° anniversario delle trasmissioni della stazione radio Roumoules. Queste trasmissioni hanno permesso al messaggio del Vangelo di raggiungere innumerevoli ascoltatori al di là di confini e barriere. Nel 1960, la TWR iniziò a trasmettere da un trasmettitore a onde corte da 100 kilowatt a Monte Carlo. A quel tempo, le cassette audio dovevano essere consegnate fisicamente ai siti di trasmissione. A volte dovevano addirittura essere trasportati di nascosto a Monte Carlo attraverso i confini nazionali per essere ritrasmessi nei Paesi di origine. Questo è considerato il primo sito di trasmissione della TWR con il nome di Trans World Radio. Attraverso le onde radio trasmesse da Monte Carlo, il messaggio di Cristo raggiunse ascoltatori appassionati da dietro la cortina di ferro. Le aree specifiche raggiunte da Monte Carlo erano la Spagna/Portogallo, le isole britanniche, la Scandinavia, il Medio Oriente/Nord Africa, l’Unione Sovietica, l’Europa orientale, l’Europa centrale e l’Europa meridionale. Il 14 luglio 1974, Radio Monte Carlo installò nuovi trasmettitori a Roumoules, in Francia, realizzando la visione del suo direttore tecnico, Lucien Allavena. Questo nuovo sito, ora gestito da Monaco Media Diffusion, ha aperto la strada agli sviluppi futuri. Nel 1987, TWR ha iniziato a trasmettere in onde medie e lunghe da Roumoules, estendendo la copertura precedente di oltre 1,5 milioni di chilometri quadrati. Grazie alla partnership della TWR con Radio Monte Carlo, milioni di persone hanno potuto accedere all’insegnamento della Bibbia. Radio Monte Carlo ha superato tutti i tentativi di disturbare il segnale, assicurando che la trasmissione rimanesse ininterrotta. Bill Mial, oggi novantenne, ha servito la TWR negli anni ’60 da Monaco e ha potuto constatare di persona la forza di questa collaborazione. Bill scrive: “Ricordo che quando il nostro rapporto iniziò nel 1960, Radio Monte Carlo riponeva molta fiducia in un’organizzazione molto giovane chiamata Trans World Radio. Nel corso degli anni, questa fiducia reciproca ci ha aiutato a progredire. Sono felice che il nostro rapporto sia rimasto forte sotto la benedizione di Dio. Fin dall’inizio, Dio ha chiarito che le partnership sarebbero state al centro dei valori e della missione della TWR. Oggi la TWR si rallegra per i 50 anni di trasmissione a Roumoules e si congratula con Monaco Media Diffusion per questo importante traguardo.
https://twr.org/story/twr-celebrates-50th-year-broadcasting-from-roumoules-france
Torna il 3 novembre 2024, la prima domenica dopo l’anniversario della Radio Pubblica romena, celebrato il 1° novembre, la “Giornata dell’Ascoltatore” a Radio Romania Internazionale.
Un tempo argomento di fantascienza, ma fondata come disciplina accademica nel 1956, l’intelligenza artificiale (AI) è sempre più presente nella vita di tutti i giorni e porta a profonde trasformazioni a tutti i livelli della società. Spesso paragonata in termini di impatto alla rivoluzione industriale, l’intelligenza artificiale comporta innegabili vantaggi, ma anche numerose sfide e rischi significativi. Le opinioni degli esperti sono divise. Mentre alcuni credono che l’intelligenza artificiale diventerà indispensabile in futuro, altri parlano del suo potenziale per distruggere l’umanità.
Nell’edizione 2024 della “Giornata dell’Ascoltatore a RRI”, vi invitiamo a dirci in che modo, nella vostra opinione, l’AI cambierà il mondo? Come saranno i posti di lavoro del futuro? Quanto diventeremo dipendenti dall’intelligenza artificiale? Chi e come dovrebbe regolamentare l’uso dell’IA? Quali pensate siano i vantaggi e i pericoli dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale?
Aspettiamo con interesse le vostre risposte, per inserirle nei programmi RRI del 3 novembre 2024! Esse possono essere inviate via e-mail, all’indirizzo ital@rri.ro o su Facebook. Potete anche inviare le risposte audio preregistrate su WhatsApp al numero +40744312650, oppure potete inviarci il vostro numero di telefono e vi chiameremo dallo studio per registrare i vostri messaggi audio. Grazie!
Dopo decenni di servizio, il trasmettitore a onde corte di Moosbrunn, in Austria, è stato demolito a causa del deterioramento. La struttura alta 60 metri, che era stata un punto di riferimento per la comunità, non era più sostenibile dal punto di vista economico e tecnico. La decisione di demolire l’antenna è stata presa dopo un’accurata valutazione che ha portato alla conclusione che la ristrutturazione sarebbe stata troppo costosa. Il metodo scelto per la demolizione è stato il brillamento controllato, un evento che ha riunito spettatori e autorità locali. Onde corte, un mezzo in declino Questo segna la fine di un’era per le trasmissioni a onde corte su questa frequenza, che era stata utilizzata per una varietà di programmi, tra cui molti di natura religiosa. La crescente digitalizzazione e l’emergere di nuove tecnologie hanno relegato le onde corte in secondo piano, riducendone significativamente l’importanza nella trasmissione di contenuti su larga scala. Il futuro della radiodiffusione La demolizione dell’antenna di Moosbrunn è un riflesso dei cambiamenti che il settore della radiodiffusione sta attraversando. Con la migrazione del pubblico verso le piattaforme digitali e i dispositivi mobili, i metodi di trasmissione tradizionali, come le onde corte, stanno diventando meno rilevanti.
L’11 settembre 2024, l’AGCOM ha pubblicato la Delibera 316/24/CONS, avviando un’indagine conoscitiva sulla regolamentazione della radiodiffusione digitale in tecnica DAB+. Tuttavia, sorprendentemente, il sistema DRM (Digital Radio Mondiale) non è stato menzionato, nonostante le potenzialità evidenziate nella Delibera 664/09/CONS, che si riferisce specificamente alle trasmissioni DRM in onde medie (AM).
Lacune nella Rottamazione degli Impianti Analogici
Un aspetto critico della nuova delibera è l’assenza di incentivi per la rottamazione degli impianti analogici AM a favore del DRM. Mentre si menzionano aiuti di stato per la transizione al DAB+, gli operatori già attivi nella banda AM si trovano in una situazione svantaggiata. Questa lacuna non solo penalizza gli operatori, ma frena anche il progresso verso una radiodiffusione digitale più efficiente e moderna.
Dati Sulla Penetrazione del DAB+ e dell’FM
Secondo alcune stime, talvolta imprecise, circolanti nei blog italiani, riportano che circa il 65% della popolazione in Italia utilizza il DAB+, mentre il 35% continua a fare affidamento sull’FM. Tuttavia, fonti più affidabili indicano che circa 12 milioni di italiani sono a conoscenza del protocollo di ricezione digitale, ma solo il 7% lo utilizza effettivamente.
Importanza dei Sussidi Pubblici
La penetrazione del DAB+ è stata significativamente influenzata dalle politiche di sussidio. Paesi come il Regno Unito e la Germania hanno implementato incentivi economici per broadcaster e produttori di ricevitori radio. Tuttavia, la mancanza di incentivi simili per il DRM rappresenta una limitazione cruciale per l’adozione di tecnologie digitali alternative.
Difficoltà di Copertura nelle Aree Periferiche
Un ulteriore punto critico è la difficoltà di garantire una copertura DAB+ completa in tutte le aree, specialmente in quelle rurali. Alcuni trasmettitori FM continueranno a operare anche dopo il 2024, evidenziando le debolezze del DAB+ rispetto al DRM, che offre una copertura più capillare e un servizio migliore in zone remote.
Conclusioni: Perché il DRM è Superiore al DAB+
In conclusione, il DAB+ si dimostra una tecnologia insufficiente per servire capillarmente tutte le zone d’Italia. La scelta dello Stato italiano di favorire il DAB+ sembra essere influenzata da lobby e pressioni, mentre gli operatori in onde medie vengono penalizzati. È essenziale considerare l’adozione del DRM, soprattutto alla luce della mancanza di ricevitori DRM nei veicoli di classe M e N. Il DRM offre un’alternativa più solida e versatile per la radiodiffusione digitale, promettendo un futuro più inclusivo e accessibile per tutti.
La più antica stazione radiofonica sopravvissuta al mondo, «Nauen», la sede storica di Radio Berlin International – Germania, trasmetterà un programma speciale l’8 settembre Giornata del Patrimonio. Gli interessati sono invitati a visitare il nostro edificio di trasmissione dalle ore 1000 alle 1600 in Graf-Arco-Str. 154, 14641 Nauen Nell’anno del centenario della radio in Germania, si offre un evento radiofonico di due ore in diretta dal posto. Il programma sarà prodotto in diretta dalle 13:00 alle 15:00 CEST nella sala di controllo della stazione di Nauen e trasmesso su 6045 kHz. Questa trasmissione speciale unica in occasione del centenario delle trasmissioni radiofoniche in Germania è presentata da Media Broadcast GmbH e prodotta da Radio60!.
Oltre al sito www.dswci.org sopravvissero alla sua chiusura le liste «Domestic Broadcasting Survey» con il suo aggiornamento «Tropical Bands Monitor» realizzate fino al maggio scorso da Anker Petersen, figura eccezionale del radioascolto e ultimo presidente del Club.
Ora l’annunciata cessazione totale con un messaggio di fine luglio che informa come Anker Petersen non sia più in grado di seguire le due pubblicazioni e che l’8 marzo 2025 il sito lascerà internet.
Mentre ringraziamo Anker per il suo lavoro e la sua amicizia verso generazioni di ascoltatori e rispettiamo la sua posizione, ci auguriamo che l’archivio e qualche novità venga da DXer più giovani che lascino e sviluppino la presenza in rete.
Arctic Radio è nata come progetto nella primavera del 2024. Con il declino delle trasmissioni in Onde Lunghe (LW) , il progetto è nato principalmente per nostalgia ed è stata riconosciuta la necessità di una stazione radio indipendente basata nella zona artica . La programmazione in diverse lingue tra cui l’ inglese, il finlandese, Inari Sami, Sami del Nord e Skolt Sami, è rivolta alle persone che vivono nella zona artica. L’ emittente inizierà a trasmettere nel corso di quest’anno da Inari, nel nord della Finlandia, con una potenza di 1 kW con la speranza di aumentare gradualmente la potenza nel tempo. L’ obiettivo è quello di avere in futuro una stazione dedicata alle onde lunghe che copra la maggior parte della regione artica. La banda dei 252 kHz era la precedente frequenza della stazione finlandese in onde lunghe YLE Lahti, chiusa nel 1993. Una domanda frequente è perché 252 kHz? La risposta è che la Finlandia ha solo i 252 kHz come frequenza assegnata secondo il piano ITU GE75. Fonte: https://arcticradio.net/
Una nuova stazione a onde corte a bassa potenza è stata appena lanciata in Finlandia. Si chiama Radio Blacksmith Knoll e ha la particolarità di trasmettere solo materiale di pubblico dominio.
I test sulla frequenza di 6120 kHz sono iniziati e dureranno fino al 3 luglio, o più a lungo se necessario.
Si tratta della quarta stazione finlandese in OC dopo Scandinavian Weekend Radio (Virrat), attiva dal 2000, Realmix Radio, (Raasepori), dal marzo 2024, e Radio Piko (Asikkala), dal maggio 2024.
La Radio e Televisione della Slovacchia (RTVS) sta per chiudere definitivamente e al suo posto arriverà una nuova istituzione pubblica la Televisione e Radio Slovacca (STVR). È quello che ha deciso il Parlamento del Paese guidato da Robert Fico approvando ieri la controversa riforma del servizio pubblico.
Un provvedimento che, secondo le opposizioni, finirà con l’assicurare all’esecutivo il pieno controllo dei media. L’iter di approvazione della riforma è stato accompagnato dalle proteste di migliaia di persone che si sono ripetutamente radunate a Brastislava, guidate da Slovacchia progressista, il principale partito di opposizione. Il piano è stato ampiamente criticato anche dai giornalisti slovacchi, da organizzazioni mediatiche internazionali e dall’Unione europea.
Con l’abolizione della RTVS, il direttore generale è costretto a lasciare il suo incarico. A favore dell’abolizione hanno votato ieri sera 78 deputati. L’opposizione, che in segno di protesta non ha partecipato al voto, sarebbe pronta a rivolgersi alla Corte costituzionale, ha affermato che il governo sta guidando il paese seguendo «un manuale degli autocrati».
Quasi cento anni fa, il 1° dicembre 1924, il trasmettitore a onde lunghe della stazione radio di Grimeton, con il nominativo SAQ, fu messo in funzione commerciale, con trasmissioni attraverso l’Oceano Atlantico, alla stazione ricevente di Riverhead e al trasmettitore di Rocky Point, situati entrambi a Long Island, NY, USA. Mentre tutte le altre stazioni trasmittenti e riceventi della rete RCA sono scomparse da tempo, SAQ è stata preservata come sito del patrimonio e, sorprendentemente è ancora operativo. La progettazione e la produzione di un trasmettitore radio così robusto e affidabile è stato un risultato monumentale dell’inventore svedese Ernst F.W. Alexanderson. Grazie Ernst!
L’Associazione Alexander dà il benvenuto a tutti i visitatori dell’Alexander Day, domenica 30 giugno 2024, dalle 09:30 alle 16:00.
Insieme alla stazione radio del Patrimonio Mondiale Grimeton, offriremo molte attività, per tutta la famiglia, durante il giorno.
L’esclusivo alternatore Alexanderson del 1924, con nominativo SAQ, è programmato per due trasmissioni attraverso l’antenna in VLF 17,2 kHz CW.
Programma e programma di trasmissione di Alexanderson Day:
08:20 UTC Inizia il live streaming di YouTube.
08:30 UTC Avviamento dell’alternatore.
09:00 UTC Trasmissione di un messaggio.
09:15 UTC Visita guidata dell’antenna (svedese). Inizia con il laghetto di raffreddamento.
09:45 UTC Visita tecnica guidata (svedese e inglese). Inizia dal centro visitatori.
10:30 UTC Varberg Navy Singers (svedese e inglese). Canta canzoni del compositore e cantante svedese Evert Taube. Sala trasmettitori
11:20 UTC Inizia la diretta streaming su YouTube.
11:30 UTC Avviamento dell’alternatore.
12:00 UTC Trasmissione di un messaggio.
12:15 UTC Passeggiata aerea guidata in inglese. Inizia con il laghetto di raffreddamento.
12:45 UTC Visita tecnica guidata (svedese e inglese). Inizia dal centro visitatori.
Video in diretta dalla stazione radio Grimeton, dichiarata Patrimonio dell’Umanità,
Entrambi gli eventi in streaming possono essere seguiti in diretta sul nostro canale YouTube.
Potrebbero esserci alcuni test streaming, preliminari il 28 giugno tra le 13:00 e le 16:00 CEST.
La stazione radioamatoriale denominata » SK6SAQ » sarà in onda durante il giorno sulle seguenti frequenze:
– 3.517,2 kHz in CW
– 7.017.2 kHz in CW
– 14.017.2 KHz in CW
– 3.755 kHz in SSB
– 7.140 kHz in SSB
I rapporti da QSL a SK6SAQ (NON-SAQ) si possono inviare al seguente indirizzo e-mail: info@alexander.n.se oppure tramite: SM Bureau o direttamente al seguente link: https://alexander.n.se/en/the-alexander-association/kontact/
ATLANTIC 2000 INTERNATIONAL ha cominciato a trasmettere in Onda Corta il 6 Giugno 1982 e questo mese compie 42 anni.
In questa occasione l’ emitente trasmetterà un programma speciale sabato 8 Giugno dalle ore 0800 alle 0900 UTC/GMT attraverso le frequenze 6070 e 9670 di Channel292 e attraverso il suo sito.
Chi desidera ricevere la eQSL speciale può inviare un rapporto di ascolto al seguente indirizzo: atlantic2000International@gmail.com.
La TV pubblica in Bosnia Erzegovina non ha più soldi
Il servizio pubblico radiotelevisivo della Bosnia Erzegovina, Radiotelevizija Bosne i Hercegovine (BHRT), è in grande difficoltà finanziaria. Venerdì 17 maggio i sindacati che rappresentano i suoi lavoratori hanno annunciato che rischiano di dover interrompere le trasmissioni. Nel corso degli ultimi dieci anni BHRT è stata spesso vicina a chiudere: se dovesse succedere, la Bosnia Erzegovina resterebbe senza rete pubblica nazionale.
BHRT non ha una fonte stabile di finanziamento e la sua situazione finanziaria è peggiorata costantemente nel corso degli ultimi dieci anni. Le sue strutture e le attrezzature sono vecchie, i suoi dipendenti spesso hanno problemi a ricevere il salario e non vengono loro pagati i contributi. Questi problemi derivano in gran parte dalla complessa situazione territoriale ed etnica del paese, che si riflette sulla struttura dell’emittente pubblica, provocando distorsioni e problemi.
La Bosnia Erzegovina non può nemmeno partecipare all’Eurovision song contest, perché ogni anno gli enti di radiodiffusione membri dell’EBU devono versare un contributo che BHRT non riesce a pagare. Al momento i suoi debiti sono di circa 6 milioni di euro e l’EBU (l’ente che organizza l’evento) ha sospeso la partecipazione della Bosnia Erzegovina: l’ultimo artista bosniaco si è esibito nel 2016.
Lejla Babović, giornalista che lavora a BHRT, ha detto che «è molto difficile dire quando potremmo essere in grado di pagare il nostro debito nei confronti dell’EBU, dal momento che non abbiamo nemmeno i fondi necessari per il normale funzionamento del canale».
Le difficoltà di BHRT sono strettamente legate alla complicata struttura della Bosnia Erzegovina e ai difficili rapporti tra i gruppi nazionali che compongono la sua popolazione: i principali sono i bosgnacchi (bosniaci musulmani), i serbi e i croati.
La Bosnia Erzegovina dichiarò l’indipendenza dalla Jugoslavia nel marzo del 1992. Alla dichiarazione seguì una guerra: dal 1992 al 1995 bosgnacchi, serbi e croati si combatterono tra loro, con il coinvolgimento anche della Croazia e della Serbia. La guerra causò circa 100 mila morti e più di 2 milioni di profughi.
Gli accordi di pace del 1995 diedero al paese una struttura che rispecchia (e ha contribuito a rinforzare) le divisioni che esistevano alla fine dei combattimenti. Serbi, croati e bosgnacchi sono considerati “popoli costitutivi” del paese: semplificando un po’, significa che sono tutelati dalla Costituzione e che le istituzioni del paese sono pensate soprattutto per garantire l’equilibrio tra i tre gruppi, attraverso sistemi di quote e ampi diritti di veto (per esempio, la Bosnia Erzegovina ha tre presidenti: uno croato, uno bosgnacco e uno serbo; la camera alta del parlamento statale ha quindici rappresentanti: cinque per ogni popolo costitutivo).
Queste divisioni esistono anche dal punto di vista territoriale: quasi tutti i serbi bosniaci vivono in Republika Srpska, una delle due entità in cui è suddivisa la Bosnia Erzegovina; i croati e i bosgnacchi abitano soprattutto nell’altra entità del paese, la Federazione di Bosnia ed Erzegovina (a sua volta suddivisa in dieci cantoni). La maggior parte delle competenze sono esercitate localmente e lo stato centrale ha poco potere: da una parte i bosgnacchi, che rappresentano la maggioranza della popolazione, vorrebbero rafforzarlo. Dall’altra, però, la grande maggioranza dei serbi e dei croati bosniaci continuano a chiedere maggiore autonomia, sostenendo che uno stato centralizzato finirebbe per ridurli a minoranze e a diminuire le loro tutele.
La travagliata TV pubblica bosniaca
Questa complicata situazione territoriale si riflette sulla TV pubblica. Alla fine della guerra ogni gruppo nazionale controllava una propria emittente pubblica. I paesi che gestirono il processo di transizione nei primi anni del dopoguerra, e che all’epoca avevano un notevole potere nel condizionare la politica locale, cominciarono a spingere per la creazione di un servizio di radiodiffusione pubblico a livello statale, con l’idea che un servizio unificato avrebbe favorito la coesione tra i diversi gruppi nazionali.
Nei primi anni del dopoguerra in Bosnia Erzegovina la transizione era molto influenzata dalla comunità internazionale, in particolare dai paesi europei e dagli Stati Uniti che avevano investito molto nella ricostruzione e controllavano da vicino le istituzioni bosniache: gli accordi di pace prevedevano (prevedono tuttora) la presenza di un Alto rappresentante, un funzionario internazionale nominato dai governi dei paesi che fanno parte del Consiglio di Implementazione della Pace. L’Alto rappresentante è una figura autonoma e slegata dalle istituzioni bosniache: è considerato l’interprete degli accordi di pace, e può prendere autonomamente decisioni che hanno valore di legge, se necessario anche per cambiare la Costituzione del paese.
Alla fine degli anni Novanta, l’ufficio dell’Alto rappresentante istituì un servizio pubblico di radiodiffusione a livello nazionale, BHRT, e due a livello delle entità – la Radio Televisione di Republika Srpska (RTRS) e la TV della Federazione (FTV). RTRS è di fatto controllata dal governo della Republika Srpska e i suoi programmi sono in lingua serba. FTV invece trasmette in bosniaco e in croato; non avrebbe, quindi, a priori una chiara connotazione etnica: negli anni però è diventata sempre più vicina al principale partito nazionalista bosgnacco, il Partito di Azione Democratica (SDA), e non è quindi considerata neutrale.
BHRT invece ha l’ambizione di rivolgersi a tutti gli abitanti del paese: ci lavorano giornalisti appartenenti a tutti i gruppi nazionali e i suoi programmi (diffusi dalla rete televisiva BH1) vengono prodotti alternando le tre lingue ufficiali parlate nel paese, un fatto non scontato in un paese come la Bosnia Erzegovina. Per esempio durante i suoi programmi di informazione viene usato a turno l’alfabeto latino (usato da bosgnacchi e croati) e il cirillico (usato dai serbi); i telegiornali vengono trasmessi a turno nelle tre lingue; la sua redazione che si occupa di questioni religiose tratta temi relativi a tutte e tre le principali confessioni del paese (islam, cattolicesimo e ortodossia).
Fin dal momento della sua creazione, però, BHRT ha dovuto affrontare molte difficoltà. La principale è il modo con cui si finanzia.
Secondo la legge, gli introiti derivanti dalla tassa sulla televisione (l’equivalente del nostro canone) e dalla pubblicità dovrebbero essere messi in comune e poi distribuiti alle tre emittenti: il 50 per cento a BHRT, e il 25 per cento a testa a FTV, l’emittente della Federazione, e RTRS, quella della Republika Srpska. Una legge approvata nel 2005 prevedeva anche la creazione di un’unica azienda che avrebbe dovuto incassare e gestire gli introiti. Quest’azienda però non è mai stata creata, per le resistenze della classe politica contraria a un rafforzamento di BHRT.
Nella pratica i tre canali sono rimasti autonomi: le emittenti della Federazione, FTV, e della Republika Srpska, RTRS, raccolgono indipendentemente i soldi della tassa per la radiotelevisione e non li trasferiscono a BHRT, sfruttando a loro vantaggio le inefficienze di un paese in cui poche cose sono centralizzate e dove le sentenze, anche quelle della Corte Costituzionale, sono spesso ignorate. Negli anni FTV e RTRS hanno accumulato debiti per milioni nei confronti di BHRT: sono le tasse di cui le due emittenti attive nelle entità si sono appropriate senza averne diritto. FTV, inoltre, per i propri programmi dipende dalle strutture e dai servizi tecnici di BHRT: per usarli dovrebbe pagare un compenso a BHRT, che però di fatto non versa.
Per questo motivo BHRT è da sempre in gravi condizioni economiche. Periodicamente i suoi dipendenti annunciano di essere prossimi alla chiusura delle trasmissioni; finora però questo non è mai accaduto.
«Le attrezzature usate da BHRT hanno più di quarant’anni e continuano a rompersi; più della metà degli impiegati della rete guadagna 800 marchi convertibili [circa 400 euro] al mese», ha detto Minja Eric, una dipendente di BHRT che fa anche parte del sindacato dell’emittente (il salario medio in Bosnia Erzegovina è di circa 650 euro). Eric ha spiegato che da anni ai lavoratori non vengono pagati i contributi e l’assicurazione medica, e che ci sono periodi in cui non sono nemmeno sicuri di ricevere il loro stipendio.
I problemi nella Federazione e nella Republika Srpska
Negli ultimi mesi BHRT si è trovata in grandi difficoltà, tanto nella Federazione, abitata principalmente da bosgnacchi e croati, quanto nella Republika Srpska, abitata prevalentemente da serbi bosniaci.
Nella Federazione, la riscossione della tassa sulla radiotelevisione per BHRT e per l’emittente della Federazione, FTV, era affidata a una delle imprese energetiche del paese, Elektroprivreda BiH, che la inseriva nelle proprie bollette. La procedura era basata su un accordo che però è scaduto alla fine dell’anno scorso.
A febbraio le due emittenti hanno firmato un nuovo accordo con Elektroprivreda BiH, ma la distribuzione alle emittenti delle tasse raccolte finora è ferma, perché le parti non riescono ancora a mettersi d’accordo sulla loro spartizione. BHRT sostiene che FTV debba versarle circa dieci milioni di euro e controlla i servizi tecnici da cui FTV dipende per le sue trasmissioni: in un tentativo di forzare il pagamento dei debiti ha temporaneamente oscurato il canale lo scorso 8 maggio.
Il problema è reso più complicato dal fatto che nella Federazione molti si rifiutano di pagare la tassa sulla radiotelevisione. Alcuni lo fanno come segno di protesta, perché sono insoddisfatti della qualità dei programmi dell’emittente. Ma per la parte di popolazione croata la questione è anche politica.
Molti croati si rifiutano di pagare la tassa sulla radiotelevisione perché sostengono che BHRT e l’emittente della Federazione, FTV, siano dominate dai bosgnacchi e chiedono che la televisione pubblica del paese stabilisca un ulteriore canale televisivo separato che trasmetta esclusivamente in lingua croata, sostenendo che in quanto “popolo costitutivo” ne avrebbero diritto.
I croati in Bosnia Erzegovina sono solo il 15,4 per cento della popolazione, e i leader politici e religiosi della loro comunità spesso chiedono speciali tutele e una maggiore autonomia lamentando il rischio di diventare una minoranza nei confronti della popolazione bosgnacca (che è la maggioranza nel paese e la grande maggioranza nel territorio della Federazione).
BHRT ha un credito ancora più grande nei confronti della tv pubblica della Republika Srpska, RTRS. L’entità serba del paese gode di un’ampia autonomia che è cresciuta negli ultimi anni: il presidente dell’entità, Milorad Dodik, è molto nazionalista e si oppone a ogni rafforzamento dello stato centrale. Da quando è arrivato al potere, nel 2006, ha lavorato per rendere la Republika Srpska sempre più autonoma nei confronti delle autorità bosniache. La rete televisiva RTRS ha la capacità tecnica per trasmettere autonomamente i propri programmi ed è controllata dal governo, che la sfrutta per diffondere propaganda russa e serba.
Dal 2017, RTRS ha smesso di trasferire a BHRT i fondi che le dovrebbe per legge, e organizza autonomamente il pagamento della tassa sulla radiotelevisione nel territorio dell’entità attraverso le poste, anch’esse controllate dal governo della RS. Oggi dovrebbe pagare a BHRT circa 31 milioni di euro. BHRT ha denunciato RTRS per ottenere il pagamento delle somme arretrate e attualmente ci sono undici processi in corso contro RTRS: questi però stanno procedendo molto lentamente e, anche se si dovesse arrivare a una sentenza, è molto poco probabile che RTRS accetterà di pagare le somme dovute.
La Bosnia Erzegovina è attualmente un paese candidato per entrare nell’Unione Europea. Trovare una soluzione per BHRT è parte delle priorità che il paese dovrebbe soddisfare prima di ottenere l’apertura dei negoziati con la Commissione.
Nonostante ciò, i politici locali non sono mai stati interessati a trovare un accordo per riformare il sistema, e l’ente continua a sopravvivere solamente grazie a misure temporanee: a febbraio, il Consiglio dei ministri ha approvato il pagamento di dieci milioni di marchi (circa cinque milioni di euro) per le emittenti pubbliche, dei quali circa quattro sono stati pagati a BHRT. Una vera soluzione, però, si avrà soltanto quando verrà approvata una nuova legge sul servizio televisivo pubblico nazionale. Nel frattempo, come ha spiegato il sindacato dei lavoratori di BHRT nel suo comunicato di venerdì scorso, i suoi impiegati si trovano «con le spalle al muro»: «Tutto quello che abbiamo avuto dai politici sono delle promesse».
L’ emittente LRA36 Radio Nazionale Arcangel San Gabriel attualmente trasmette 4 trasmissioni settimanali in onda Corta dalla Base Antartica Buena Esperanza nei seguenti orari:
Martedì dalle ore 1300 alle ore 1500 UTC
Giovedì dalle ore 1800 alle ore 2000 UTC
Venerdì dalle ore 1200 alle ore 1500 UTC
Sabato dalle ore 1800 alle 2100 UTC
Frequenza 15476 kHz Usb
Per inviare eventuali rapporti di ascolto l’ indirizzo è:
Si sta pianificando una nuova stazione radiofonica che trasmetterà dalla città finlandese di Asikkala da Sabato 1 Giugno 2024. Il nome dell’ emittente è Radio Piko e let trasmisioni di prova cominceranno a fine Maggio 2024 nelle frequenze di 3990,5980 e 9770 kHz al sabato ed alla domenica fino al 15 Agosto 2024 con una potenza di 10 Watts con musica. Chi vuole visitare il sito dell’ emittente: radiopiko.fi
Traguardo importante per Radio Capodistria, l’emittente che dedica la sua programmazione agli italiani che vivono in Slovenia o in Croazia. Una radio a dir poco longeva, che il prossimo 25 maggio compie ben 70 anni.
Facciamo insieme un passo indietro di qualche anno…
Radio Capodistria nasce il 25 maggio del 1949, ai tempi col nome di “Radio Trieste Zona Jugoslava (Radio jugoslovanske cone Trst), e una programmazione di ben tre lingue: italiano, sloveno e croato.
Nel 1956 viene soppressa la trasmissione in lingua croata, e rimangono soltanto l’italiano e lo sloveno. Nel 1979 invece, il programma sloveno e quello italiano iniziano a trasmettere su frequenze separate. I primi dieci anni di programmazione portano l’emittente ad avere molto successo, il segnale aumenta sempre più di potenza e conquista tra l’altro sempre più chilometri in Italia. Radio Capodistria è stata oltretutto una delle prime radio bilingue in Europa.
Un lavoro che va avanti ancora oggi, come apprendiamo da www.triesteprima.it, e che è molto importante in un’ottica di scambi culturali, informazione e coesione tra culture differenti. Rispetto ai cosiddetti anni d’oro, oggi la potenza del segnale della radio si è un po’ ridotta, ma è comunque forte in Slovenia, in Friuli e in Istria (soprattutto nella zona del buiese, dove risiede una fascia di ascoltatori affezionati.)
Radio Capodistria festeggia 70 anni di storia
Radio Capodistria può oltretutto festeggiare questo 70esimo compleanno con un forte incremento degli ascolti, solo in Slovenia del 150%, che colloca la radio al 13esimo posto nell’area raggiunta dal segnale FM (zone come Capodistria, Isola, Pirano, Ancarano, Villa del Nevoso, Aidussina, Postumia e Sesana.)
Avere così tanti anni di storia alle spalle, inoltre non esclude una propensione verso le nuove tecnologie, infatti la pagina Facebook della radio è sempre in espansione, e conta quasi 4mila follower.
“Siamo qui da settant’anni e siamo decisi a rimanere ancora per tanto tempo”. A pochi giorni da questo attesissimo e meritato compleanno, proponiamo questo breve messaggio rilasciato dal team dell’emittente, parole che racchiudono probabilmente tutti i buoni propositi per altri 70 anni e passa di successo.